Quando un’ italiana e un messicano si incontrano e si innamorano nasce … un itañolo!
Persone di diversa lingua e cultura, nel tentativo di compiere un atto comunicativo, tendono spesso a distorcere il linguaggio il quale assume una forma ibrida che, nel caso dell’ italiano e dello spagnolo, io chiamo amichevolmente ITAÑOLO. Il fenomeno non è certo nuovo e non riguarda esclusivamente la lingua italiana e quella spagnola. Esistono il portuñol, l’ Itadesco, l’ inglesiano, lo spanglish ecc. Nel 2004 è uscito un film americano con Adam Sandler dal titolo “Spanglish” che racconta proprio di come la lingua spagnola latinoamericana e quella inglese nordamericana si fondano continuamente nel tentativo di raggiungere l’integrazione.

Fenomeni di questo tipo non sono altro che adattamenti (o adattazioni? ) degli idiomi a situazioni nuove che implicano uno sforzo per permettere il passaggio di informazione da un interlocutore all’altro. Tuttavia il fenomeno assume contorni più evidenti, quasi grotteschi, quando le lingue in questione sono molto affini tra di loro. La somiglianza tra due lingue è infatti un’arma a doppio taglio: se da un lato questa facilita le abilità ricettive (lettura e ascolto) dall’altro lato comporta una maggior confusione per quanto riguarda le abilità produttive (scrittura ed espressione orale).
Durante tutti questi anni di convivenza con la cultura messicana ho potuto constatare che è estremamente difficile non cadere in certi tranelli e il tentativo di correggerli spesso è vano. Gli esempi abbondano sia in italiano che in spagnolo: “Già ha diventato grande. Adesso viaggia a Italia con suoi amici”, “mi sono dato conto”, “leì una recencion”, “el adaptamiento al contexto cultural es muy importante”. Peccato che molte di queste parole non esistano!!! Senza contare gli errori dovuti ai cosiddetti “falsi amici”, ovvero quelle parole molto simili nella forma ma di significato differente come ad esempio: embarazada che significa incinta, salida che significa uscita, todavia che significa ancora ecc.

Le difficoltà dello spagnolo per un italiano e viceversa, vengono spesso sottovalutate a causa della credenza popolare secondo la quale per potere parlare spagnolo sarebbe sufficiente aggiungere la ESSE ad ogni parola o, sostituire l’ ultima lettera con la I, nel caso dell’ italiano. In spagnoloperò esistono parole come zanahoria, sandia, aceite, jabalì, ojalà, che sono di origine araba e non latina che ad un primo ascolto sono completamente incomprensibili. Analogamente in italiano sono parole elementari come ragazzo, fratello, stivale, zaino ecc a compromettere completamente la comprensione del messaggio…
Non parliamo poi della sintassi!
Insomma lo spagnolo per gli italiani e l’ italiano per gli ispanici sono in realtà lingue piene zeppa di insidie. Per questo motivo il rischio di trovarsi a parlare itañolo è molto alto per entrambe le culture.